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La felicità / Seneca ; cura e versione di Mario Scaffidi Abbate

Main Author: Seneca, Lucius Annaeus, <4 a.C.-65>Secondary Author: Scaffidi Abbate, MarioUniform Title: De vita beata, IT\ICCU\CFI\0159912Language: italiano ; latino.Country: Italia.Edition Statement: 3. edPublication: Roma : TEN, 1993Description: 94 p. ; 20 cmISBN: 8879830023.Dewey: 188, 19Abstract: Il cardine di Seneca è che la felicità sia una vetta da conquistare in solitaria, praticando virtù ed eliminando i desideri. Poichè diventare virtuosi è difficile, la felicità è affare impervio. Siamo attirati dalle cose e riteniamo che sia il possesso di queste a renderci felici tanto da far definitivamente dichiarare a Seneca che la vera felicità è non aver bisogno di felicità, cioè di beni. Intanto, la più volte citata statistica del TIME riporta che le persone sono più felici quando possono acquistare beni non strettamente necessari (fuori del nostro famigerato paniere ISTAT, cioè). Una domanda: ma il podolico è inserito nel paniere? Secondo Lucio Anneo (il quale non visse proprio esattamente come predicava, diciamocelo pure), le felicità legate ai beni sono mutevoli, in quanto se ne desidereranno sempre di più, specialmente se ci soffermiamo a considerare beni e felicità altrui: ci paiono sempre migliori e più desiderabili dei nostri. Infatti, scriveva così: «Giammai sarai felice finché accetterai di tormentarti per il fatto che qualcuno sia più felice di te». L’invidia è una brutta cosa, con l’aggravante di riuscire ad invidiare con maggiore intensità le persone che sono a noi più vicine e simili. Questa attitudine nel confronti del prossimo più prossimo ci rende infernale la vita..Subject - Topical Name: Filosofia | Stoicismo
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Libro Libro Archivio Primo Moroni P14/0204 Solo consultazione Fondo Piero Bassi

Testo orig. a fronte

Ed. integrale

Il cardine di Seneca è che la felicità sia una vetta da conquistare in solitaria, praticando virtù ed eliminando i desideri. Poichè diventare virtuosi è difficile, la felicità è affare impervio. Siamo attirati dalle cose e riteniamo che sia il possesso di queste a renderci felici tanto da far definitivamente dichiarare a Seneca che la vera felicità è non aver bisogno di felicità, cioè di beni. Intanto, la più volte citata statistica del TIME riporta che le persone sono più felici quando possono acquistare beni non strettamente necessari (fuori del nostro famigerato paniere ISTAT, cioè). Una domanda: ma il podolico è inserito nel paniere? Secondo Lucio Anneo (il quale non visse proprio esattamente come predicava, diciamocelo pure), le felicità legate ai beni sono mutevoli, in quanto se ne desidereranno sempre di più, specialmente se ci soffermiamo a considerare beni e felicità altrui: ci paiono sempre migliori e più desiderabili dei nostri. Infatti, scriveva così: «Giammai sarai felice finché accetterai di tormentarti per il fatto che qualcuno sia più felice di te». L’invidia è una brutta cosa, con l’aggravante di riuscire ad invidiare con maggiore intensità le persone che sono a noi più vicine e simili. Questa attitudine nel confronti del prossimo più prossimo ci rende infernale la vita.

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